Descrizione
I necci, nicci o cian, sono un piatto tipico di Pescia e della Montagna Pistoiese, della Lucchesia, alta Versilia, Garfagnana, Corsica e dell'alta valle del Reno, nell'appennino bolognese. Altri nomi utilizzati sono ciacci (in Versilia e alta Garfagnana), caccìn (in provincia della Spezia), panèlle (Sestri Levante e dintorni) oppure patolle (con cui si identifica un impasto più consistente), nicci (in Corsica). Oggi si tende a considerare il neccio come un dolce, ma le popolazioni rurali lo consumavano accompagnato con vivande salate.
L'impasto è costituito da farina di castagne, acqua e poco sale. La difficoltà maggiore è data però dalla loro cottura, per la quale sono necessarie sia una notevole perizia che appositi strumenti, detti "testi", da mettere sul fuoco del camino, oppure i "ferri" o "forme", che sono dei cerchi di ferro con dei lunghi manici, che vanno messi sul piano della stufa a legna. Oggi i testi sono più usati sul versante bolognese dell'Appennino che sulla Montagna Pistoiese, dove invece sono i ferri gli strumenti più adoperati.
La cottura con i testi è particolarmente elaborata: appena sono stati scaldati, su di un testo vengono posate tre foglie di castagno, raccolte in estate e fatte rinvenire in acqua tiepida, poi un mestolo di impasto, altre tre foglie e altro testo caldo, fino a formare una pila. In questo modo il neccio non si attacca al testo e assume aroma e sapore dalle foglie.
L'impasto è costituito da farina di castagne, acqua e poco sale. La difficoltà maggiore è data però dalla loro cottura, per la quale sono necessarie sia una notevole perizia che appositi strumenti, detti "testi", da mettere sul fuoco del camino, oppure i "ferri" o "forme", che sono dei cerchi di ferro con dei lunghi manici, che vanno messi sul piano della stufa a legna. Oggi i testi sono più usati sul versante bolognese dell'Appennino che sulla Montagna Pistoiese, dove invece sono i ferri gli strumenti più adoperati.
La cottura con i testi è particolarmente elaborata: appena sono stati scaldati, su di un testo vengono posate tre foglie di castagno, raccolte in estate e fatte rinvenire in acqua tiepida, poi un mestolo di impasto, altre tre foglie e altro testo caldo, fino a formare una pila. In questo modo il neccio non si attacca al testo e assume aroma e sapore dalle foglie.